martedì 19 luglio 2016

NOW YOU SEE ME 2 - LA RECENSIONE


Cacchio sono già passati 3 anni.
Nell’ormai lontano 2013 il primo
Now YouSee Me è stato uno dei titoli più sorprendenti, perché fresco, ben sceneggiato e altamente spettacolare, capace di emozionare e intrigare costruendo una storia su più livelli caratterizzata da uno schema a incastro notevole.
Innegabile il fatto che il fattore sorpresa/novità possa avere influito positivamente sull’operazione.
Forte di un passaparola importante e considerato a ragione un piccolo gioiellino d’intrattenimento ecco che, pompato da una campagna pubblicitaria piuttosto importante, tre anni dopo esce l’inevitabile e atteso sequel, e… ed è un “ni”, neanche troppo convinto [...]

Torna il cast al gran completo (unico cambio in corsa, peraltro forzato: fuori Isla Fisher, dentro Lizzy Caplan) e il tutto riparte da dove avevamo lasciato: i Quattro Cavalieri, una volta entrati nella setta mistica nota come L’Occhio, sono fermi da un anno in attesa che venga loro assegnata una missione, ancora incerti sul loro ruolo all’interno dell’organizzazione.
La missione finalmente arriva, e consiste nello smascherare pubblicamente una nuova tecnologia capace di rubare i dati ad ogni utente del mondo, ma le cose iniziano ad andare in vacca da subito: lo show si trasforma in una trappola sia per i Cavalieri che per il loro mentore, una trappola che condurrà il quartetto dall’altra parte del mondo alla mercé di un pazzo intenzionato a servirsi delle loro capacità per attuare un furto multimilionario.
Non fatevi fregare dalla figosità del battage pubblicitario: è una solo una bella illusione.
Di marketing.

La prima cosa che spiazza e stona nella vicenda è il cambio di registro: il tono scanzonato e divertito resta, i protagonisti sono sempre in parte e affiatati, ma emerge abbastanza in fretta una scrittura di base carente sotto praticamente tutti i punti di vista.
In un film di maghi illusionisti, soprattutto a monte di un ottimo risultato com’è stato per il film precedente, uno si aspetta di vedere (scusate, ma checcazzo) maghi illusionisti che danno spettacolo!
Ma no, qui niente di tutto questo, a parte qualche sussulto qua e là e nel finale, in questo secondo capitolo si gioca molto meno sulla spettacolarità (nonostante i 90 milioni spesi, ben 15 in più del precedente) spingendo più su azione fiacca, semplici fughe e soprattutto tirando alla lunga sequenze anche simpatiche ma immotivatamente interminabili (una su tutte quella del furto del chip nel caveau).
Prego notare Caine e Freeman in configurazione "Bollette da pagare"

La seconda cosa che infastidisce è l’aggiunta di personaggi perlopiù bidimensionali come i negozianti di magia di Macao, quando non totalmente inutili e piatti come il personaggio di Daniel Radcliffe, creato al solo scopo di richiamare gente col trailer più che ai fini della storia, dove infatti si dimostra una semplice estensione non necessaria del personaggio di (OMISSIS), villain vero e proprio che trama nell'ombra. Simpatico ma inutile anche il secondo personaggio di Woody Harrelson, buono solo a far “sfogare” un po’ quel pazzo totale del suo interprete che si, qualche ghignata la tira pure fuori, ma siamo al minimo sindacale della comicità di bassa lega.
Fin dall’inizio la sensazione generale è quella di avere davanti un sequel fatto tanto perché si doveva fare, ma senza quell’ampio respiro e quella vena comico anarchica che caratterizzava il film di Louis Leterrier, onesto mestierante specializzato in action già autore di
The Transporter, Danny the Dog e del mai abbastanza elogiato L’incredibile Hulk.
Il più grosso fastidio l'ho infatti avvertito sul fronte regia, dove trova inspiegabilmente spazio un cane come Jon M. Chu. Ma chi è Jon M. Chu?
Anch’io me lo chiedevo, mentre mi scorrevano davanti  senza sosta inquadrature da telenovela spagnola su reti infime e prove evidenti che il giorno in cui spiegavano i campi e i controcampi Jon M. Chu fosse perennemente al cesso, senza contare intere sequenze dalla sciatteria vergognosa come quella della fuga in moto, e non capivo come fosse possibile che il regista di un film di questa portata potesse essere tanto incapace, al ché ho voluto approfondire la cosa, capire chi ci fosse dietro la tenda.
L'avessi mai fatto. 

Jon M. Chu è il tizio che ha sganciato sull’umanità questa serie di sciagure, mettendo costantemente a rischio il buongusto, la professione stessa di regista e i nostri testicoli (occhio, solo per stomaci forti):
Io vi avevo avvertiti


Riuscite a cogliere il malsano disegno dietro a tutto questo? Non vi sentite più sporchi ora?
Ecco, è l’esatta sensazione che ho provato io.
La regia di NOW YOU SEE ME 2, non certo aiutata da una sceneggiatura di base interessante ma dallo sviluppo quantomeno incerto, è di un piattume televisivo anni 90 che non si può descrivere, ma solo vivere e averne schifo.
Se alcune sequenze le ho trovate simpatiche e un paio effettivamente interessanti, ho realizzato di doverlo solo alla capacità e alla simpatia di alcuni protagonisti che, con la loro professionalità, hanno saputo tenere in piedi la baracca da soli: Mark Ruffalo con la sua bravura in continua crescita, Morgan Freeman con la sua esperienza, e il trio Eisenberg/Franco/Harrelson per la loro simpatia e intesa perfetta. Dave Franco, per inciso, è la più simpatica faccia da schiaffi da dieci anni a questa parte.
Per il resto, mi spiace, ma è NO.
Un NO che boccia l’entusiasmo che doveva essere, lo stupore che doveva creare, la meraviglia nel trovarsi davanti a uno spettacolo di illusioni sorretto da colpi di scena e stupore continuo, qui non pervenuti. E mi dispiace molto.
Il fatto poi di essere co-prodotto da David Copperfield, mio idolo personale da sempre, è una ciliegina a guarnizione del tutto di cui avrei fatto volentieri a meno.
Nonostante sia il secondo film LOL che inanella in pochi mesi , a me Jesse Eisenberg continua a piacere.

IN BREVE:
Decisamente non all’altezza del predecessore, lineare, prolisso, ripetitivo e telefonato.
Regia televisivamente mediocre. Bravi interpreti non bastano a puntellare una baracca sghemba. 
Il coniglio è morto nel cappello.
VOTO, SE PROPRIO DOBBIAMO FARE NUMERO: 5 ½

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