martedì 14 febbraio 2017

LA LA LAND - LA RECENSIONE SENZA SPOILER


L’omai leggendaria Operazione Recupero procede con rinnovato vigore, voi non lo sapete ma qui si sta macinando film-to-film in maniera assurda, e il problema resta principalmente uno: trovare il tempo per scrivere di tutto.
Ci sono già quattro serie Netflix in arretrato, più due robacce con fantasmi femministi e squadre suicide che per dovere di cronaca mi sono autoimposto di vedere e valutare, ma la precedenza ce l’hanno sempre i film in sala, e proprio per questo oggi avrei dovuto parlare di Split.
Solo che SHAMALAYAAAAAN! quanto vuoi, ma poi ho visto LA LA LAND e #ciaone buoni propositi di continuità, perché dopo averlo visto non ho resistito al bisogno di scriverne.
Ah, a scanso di equivoci, non stiamo parlando di un bel film, ma solo perché LA LA LAND è un Capolavoro.



Il problema è che in questo paese di segaioli impenitenti e di povere frustrate LA LA LAND lo vedranno in pochi, troppo pochi: sia perché le masse urlanti sono in coda da giorni per non perdersi quell’inno al soft porno di 50 Sfumature di Stocazzo, sia perché in Italia i musical (con tutte le sue derivazioni, come in questo caso) non attecchiscono. Cioè non quelli con attori in carne ed ossa, che quando la Disney tira fuori l’ennesimo carosello tipo Frozen per triturarci i coglioni a morte con le sue canzoncine insulse, quello va bene, tutti al cinema mi raccomando!
Problemi mentali della penisola a parte, il punto è che snobbandolo state facendo un torto a voi stessi, un torto grosso come il mondo del cinema, perché la pellicola di Damien Chazelle è Cinema allo stato più puro, un inno universale alla vita e all’amore in tutti i suoi aspetti, ed è in definitiva un film assolutamente perfetto.
E no, non sto scherzando.




LA LA LAND è la storia di Mia e Sebastian, aspirante attrice lei e pianista squattrinato lui, e della Los Angeles che li vede sognare, disperarsi, incontrarsi, uno palcoscenico magnifico e crudele popolato di sogni irrealizzati davanti al quale prende vita una delle più belle storie d’amore che il cinema abbia mai avuto il coraggio di raccontare senza cadere in idealismi accomodanti, senza filtri buonisti e senza sentirsi in dovere di portare la storia dove lo spettatore vorrebbe che andasse.
Il film di Damien Chazelle è un sogno ad occhi aperti che trascina irrimediabilmente lo spettatore in una vicenda dolceamara che parte con un numero musicale enorme, un lunghissimo e incredibile piano sequenza all'interno di un ingorgo stradale, per poi puntare l’obiettivo sui suoi protagonisti: Emma Stone e Ryan Gosling sono un autentico spettacolo, lei ormai temprata da un curriculum importante (Iñárritu, Crowe, due volte Woody Allen) è finalmente maturata vantando una bravura interpretativa eccezionale, lui che sdogana in maniera definitiva il suo talento estremamente duttile e regala quella che forse è la sua interpretazione più iconica e indimenticabile.




Grazie a loro, al loro prodigioso affiatamento, il film prende il volo e senza il minimo intoppo o fase di stanca racconta in un’iperbole le quattro stagioni dell’amore, con la sua dolcezza e il suo pessimismo, il suo sguardo sognante ma impregnato da un’amarezza di fondo che non si fa mai ineluttabile, accendendo un sorriso poco prima di scioglierlo in una lacrima e viceversa, in un turbinio di emozioni gestito in maniera magistrale.
D’altra parte è questa la vera anima della pellicola, perché LA LA LAND è un film che, come la vita e tutto quello che può portare a sorpresa lungo il suo percorso, vive di contrasti:





la regia di Chazelle, incredibilmente ispirata, coniuga in modo perfetto classicismo e innovazione, adattando il linguaggio del musical a gusti e percezioni dello spettatore di oggi grazie alla sua visione unica; la fotografia pastellata e sgargiante è un continuo rimbalzo cromatico studiato a tavolino per accompagnare narrazione e fruizione emotiva, sempre funzionale, mai eccessiva; e ancora scenografie costantemente in bilico tra dura realtà e potenza onirica, una sceneggiatura di ferro che sa dialogare col cuore dello spettatore con immagini e musica in perfetto equilibrio, le coreografie semplici e di grande impatto che dettano i tempi di una storia meravigliosa in tutti i suoi frangenti, dal più galvanizzante a quello più drasticamente malinconico.



La colonna sonora è ovviamente l’ennesima perla che questo capolavoro moderno ha da offrire (Recuperatela.Subito.) e quale genere musicale vive più degli altri di contrasti, in continuo mutamento, in grado di oscillare come un’emozione bellissima e dolorosa senza mai perdersi nell’una o nell’altra, se non il jazz?
E’ il jazz travolgente e dal respiro immenso che diviene strumento di narrazione, simbolismo perfetto della vita come continua improvvisazione e rinnovamento, con esperienze ed evoluzioni scandite da un ritmo sempre nuovo ad ogni passaggio, ed è sempre il jazz dettare i tempi delle vite di Mia e Sebastian e ad accompagnarli in quel meraviglioso viaggio emozionale che cambierà la loro vita per sempre.




LA LA LAND non è musical come l’abbiamo sempre inteso, ne rielabora sapientemente i punti di forza e le meccaniche ma è una creatura nuova che ama il cinema, utilizza in maniera magistrale il linguaggio cinematografico e parla d’amore e di sogni, di aspirazioni e delle comuni difficoltà che la vita può mettere in gioco quando due anime s’incontrano, e lo fa in maniera diretta, senza patetismi o forzature.
E’ un film che infonde gioia di vivere, che ti s’infila nel cuore e non ti molla più, obbligandoti a portarlo con te anche quando il cuore sembra volertelo strappare durante quell’ultima, sognante esecuzione.
Perché la vita, come il jazz, è in continuo mutamento, e chi siamo noi per poterla fermare?




IN BREVE: Film musicale sulla vita e sull’amore realizzato in maniera unica. Interpreti perfetti, regia e fotografia ispirate, colonna sonora meravigliosa, emozionante, sognante e disilluso.
Autentico Capolavoro, se farà incetta di Oscar sarà solo giusto.
VOTO, SE PROPRIO DOBBIAMO FARE NUMERO: 10

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