martedì 18 ottobre 2016

PETS - LA RECENSIONE SENZA SPOILER


La scorsa settimana sono andato a vedere l’ultima fatica Illumination (quelli di Minions) ma tra una cosa e l’altra non avevo ancora trovato il tempo di scriverne nulla, e dato che il prima possibile mi guarderò Inferno (lo ammetto, non vedo l’ora) ho pensato che non fosse il caso di lasciare indietro troppi arretrati.
Perciò, pronti via, partiamo senza indugi con la recensione di…ehi ma cos’è questo deja vù?

Allora, fermatevi se già la conoscete: il nostro quattrozampe protagonista è il compagno di giochi della sua amata padrona, lei è tutta la sua vita, un rapporto idilliaco che guarda, solo che un giorno senza preavviso questa si porta a casa un nuovo cane e in lui scatta un’invidia che non ti dico, cerca di liberarsi del rivale e, per la legge karmica del “non mi rompere i coglioni o finiamo tutti nei casini” tipica dell’animazione americana, i due finiscono per perdersi in città e saranno costretti a collaborare per ritrovare la strada di casa, trovando pure il tempo per diventare amici per la pelle.


Si, avete capito, sostituite i giocattoli con i cani avete appena trasformato Toy Story in PETS.
Il fatto è che quando il film comincia sei come intontito: un po’ per la simpatia dei personaggi, un po’ perché stai con l’orecchio teso a cercare di distinguere i famosi e i famigerati che l’edizione italiana ha scaraventato in sala di doppiaggio, un po’ distratto dal buon livello delle animazioni (Pixar e Disney continuano sempre a giocare un campionato tutto loro, diremo riscoprendo l’acqua calda), e finisce che questi ti fanno passare per roba fresca il macinato del
giorno ventennio prima.
Ora, in attesa che i legali Disney/Pixar si scatenino, parliamoci chiaro: PETS è un film brutto? No che non lo è.
Come dicevamo prima il film Illumination gioca in un campionato a parte rispetto ai “moralistoni” Disney, (ma anche ai Dreamworks e ai Gibli se è per questo) perché, nonostante scopiazzi al limite del
maseiserio? da Toy Story, il film è decisamente più un parente stretto di Minions, già campione d’incassi lo scorso anno per un semplice, basilare concetto su cui si poggia totalmente e che pare sia la cifra stilistica alla base della loro intera produzione: fa ridere.



E’ vero ci sono diversi tempi morti verso la metà, e sì il finale va un po’ verso lo sbrago totale, e sì la moralina di fondo che si respira è più un rimando disneyano che altro, ma il film diverte con la sua semplicità e la sua azione slapstick, alcune trovate sono divertentissime, altre solo simpatiche, ma chi ha un cane o un gatto in casa non potrà non cedere davanti a tutto il campionario di riferimenti che solo chi ha un animale da compagnia può apprezzare.
Io per esempio che ho un gatto e un cane riconosco in Max e Chloe (per citarne solo un paio) tutta una serie di comportamenti che decine e decine di volte ho riscontrato nei miei fedeli compagni di vita a quattro zampe, e non ci scappi, se ami gli animali un sorriso te lo strappa a prescindere, perché ricolleghi, ricordi, ci rivedi le tue interpretazioni di certe movenze, determinate espressioni e atteggiamenti, o le conferme di quello che hai sempre pensato che facciano una volta lasciati soli.



E’ un toccare facile le corde del cuore di un appassionato, ed è la stessa cosa che faceva
Ralph Spaccatutto col secret code sul pad Nintendo o Big Hero 6 con tutti i suoi rimandi al mondo dei fumetti, è (diciamo) un modo per puntare sul sicuro e garantirsi un rientro facile, che infatti è arrivato.
L’animazione è ormai ottima di routine per prodotti di questo calibro, forse meno curata di Minions ma sicuramente di buona fattura e ottimo impatto puccettoso, che ci sta tutto essendo un film rivolto principalmente a un pubblico di giovanissimi.
Il doppiaggio italiano è buono ma non eccelso, con i comprimari molto più in palla rispetto ai protagonisti a mio avviso, Laura Chiatti sicuramente sopra un Cattelan un po’ monocorde, un Lillo poco convinto e un Mandelli che come sempre sbraca qualsiasi cosa faccia, diverse prove sottotono salvate grazie a character di contorno spassosi e fuori di melone.


PETS alla fine pecca sicuramente di originalità, è un film da guardare a cuor leggero e che non si preoccupa di inserire una doppia chiave di lettura alla
Inside Out, non è minimamente a dichiarata altezza adulto come Il Piccolo Principe e neanche un sognante capolavoro per l’umanità by Miyazaki, e il pubblico dovrebbe smetterla di pretendere che lo siano tutti perché altrimenti arriveremmo ad un mercato saturo di film tutti pateticamente uguali e del quale, di lì a poco, non fregherebbe più niente a nessuno.
PETS è un road movie animato, una commedia rivolta principalmente ai bambini e agli amanti degli animali messa in piedi per divertire senza spingersi oltre, e per quello che fa e per come lo fa non è certo da sottovalutare.
Diversamente, chi in un film non si accontenta del buon intrattenimento fine a se stesso ma cerca input originali, approfondimenti psicosociali o chiavi di lettura oniriche dovrebbe decisamente cercare da un’altra parte.

IN BREVE: Copia carbone di Toy Story con animali al posto dei giocattoli ma senza i sottotesti del caso, divertente a tratti e dalla buona realizzazione tecnica, personaggi secondari fuori di testa.
Se avete animali domestici di sicuro lo apprezzerete di più.  
VOTO, SE PROPRIO DOBBIAMO FARE NUMERO:

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