mercoledì 3 agosto 2016

TARTARUGHE NINJA: FUORI DALL’OMBRA - LA RECENSIONE


Quando ti capita di avere un biglietto gratis per il cinema ci sono fondamentalmente due scelte che puoi fare: far fruttare questa possibilità con un film importante, qualcosa a cui tieni molto magari, tenendo conto che ormai per un biglietto feriale ti scuciono otto eurorupie senza manco dirti “ci scusi se la stiamo rapinando”, oppure sbracare con la sicumera di una cicala fancazzista e andare a colpo sicuro su una delle più grosse minchiate certificate in circolazione.
Non devo neanche star qui a dirvi che ho brutalmente optato per la busta numero 2, no?


Ovvio che no, se siete arrivati fin qui dopo aver visto la locandina.
Non ci sono SPOILER, in quanto si vede già praticamente tutto fin dal primo trailer, quindi avanti e caviamoci il dente: com’è questo secondo episodio delle nuove Turtles straccione prodotte nuovamente da Michael Bay? E come volete che sia: stracolmo di esplosioni, pieno di voli pindalici da altezze LOL, infarcito di acrobazie inutili piazzate perché “oh, è un film di ninja!”, foderato di battute sceme che non fanno ridere e, novità, cromaticamente dà le piste a un gay pride.
TARTARUGHE NINJA – FUORI DALL’OMBRA è un pugno di colore sui denti dall’inizio alla fine, la Shangri-La di un epilettico grave, una roba talmente fastidiosa da inserirsi con la violenza di un Chiellini qualsiasi tra le caviglie di Maleficent e Alice in Wonderland. Non so se rendo. 

Signori, le Tartarughe Ninja: da oggi con l'80% di spazzatura in meno addosso!

E’ che sai, il primo film è andato bene certo, solo che c’era da macinare più soldi e far accorrere più bambini possibili al cinema, che Nickelodeon ci mette il soldo e c’ha i cartoni da far viaggiare, e allora niente, via di regressione cerebrale-totale-male-etàprescolare, ed è quello che purtroppo succede qui: non che il primo Tartarughe Ninja fosse Kubrick, ma almeno ci provava a non sbragare nella bimbominkiosità spinta.
Qui niente. TARTARUGHE NINJA – FUORI DALL’OMBRA non è neanche un film per ragazzi: è direttamente un film per bambini, e questa cosa te la dice apertamente, te la sbatte in faccia con una violenza inaudita, ma in fondo mica puoi dirgli niente, che la colpa è tua se a 32 anni vai ancora a vedere ste carnevalate.
Purtroppo, come prevedibile, si è fatto qui quello che era stato fatto per il secondo film coi pupazzoni (Il Segreto di Ooze, dal quale tra l’altro vengono scopiazzati diversi snodi narrativi) e praticamente con tutta la serie TV degli anni 90, quella a cui siamo tutti affezionati. Viva i Ninja. Ninja.
Si è preso il lavoro sporco, duro e violento di Eastman e Laird e si sono trasformate le tartarughe in 4 Fratelli Marx superzarri e cafoni
Si, Raf, si sta parlando soprattutto di te

colorandogli intorno tutto il colorabile, abbassando la soglia di violenza alla stregua di una partita a pinella e riempiendo il tutto con sciagurati comprimari.
Ah, dettaglio: posso capire perché sia stato tirato dentro Stephen Amell (Arrow) nel ruolo di Casey Jones del cazzone tirapugni, cioè quello sa fare, e gli dice pure bene perché le poche battute che riescono a forza a strappare un sorriso sono le sue, ma Laura Linney? Una triplice nomination all’Oscar? Qui dentro? Che abbia voluto lei allargarsi la fetta di pubblico, o che l’abbiano strapagata per dare un alone di rispettabilità al film, la sua presenza stona come quella di Adam Sandler nel panorama cinematografico mondiale.
Il nostro punto più debole è sempre il giovane fan che è in noi, quel piccolo stronzetto che non vuole saperne di crescere e continua a farci dilapidare soldi in operazioni nostalgia che sappiamo bene finiranno male, e loro lo sanno, i produttori contano molto su questo, e così continuano a fomentare questo incendio infantile con tante piccole chicche, introducendo il furgone giallo delle Turtles, quei due coglioni fatti e finiti di Rocksteady e Bebop, un imbarazzante Baxter Stockman (qui in versione politically correct, che il nero si porta sempre), il liquido mutogeno, il tanto atteso Krang e il Tecnodromo.



Ma chi c’è dietro tutta questa operazione nostalgia-meglio-se-mi-tenevo-i-ricordi? Ovviamente Michael Bay, che resta saldamente in testa come Produttore supremo (figurati se si schioda, tutta questa carnevalata l’ha messa in piedi lui, e si vede), mentre la regia passa di mano: fuori lo sciagurato Jonathan Liebesman che in vita sua di appena decente ha fatto solo una cosa, e quella cosa era World Invasion e si, tutto questo è già abbastanza triste, dentro il praticamente esordiente Dave Green, che dal canto suo pare trovarsi bene con gli effetti speciali, molto meno con tutto il resto. Dove sta Peter Jackson quando si ha bisogno di lui…
Ma alla fine, direte voi, si salva qualcosa in questa roba da scuola dell’infanzia in sottovuoto spinto?
Si, incredibile ma vero qualcosa si salva, anche se resta sparpagliata qua e là per le due ore di durata e si fa fatica a mettere insieme: viene finalmente rivisto il look da barboni delle Tartarughe, meno gadget inutili e armature improvvisate, sicuramente più in linea con la semplicità dell’iconografia classica;


alcune scene d’azione sono ben orchestrate (quella dell’assalto all’aereo, la battaglia sul Tecnodromo) e rendono la spettacolarità e il dinamismo proprio della serie; il personaggio di Krang, già figo di per sé, in questo film viene realizzato in modo efficace dalla ILM, tanto brutto quanto cattivo come dovrebbe essere, ma…ma siamo sempre al minimo sindacale di una trama da episodio dei Power Rangers messa in piedi male e gestita peggio.
Anche sorvolando sulla (scusate il termine) “interpretazione” di Megan Fox, sul doppiaggio scandaloso di TUTTI i personaggi, sull’inutilità della maggior parte di questi, sulla misera figura da coglione che fa Shredder verso la fine, sulle battute che non fanno ridere quando vorrebbero e su una CGI che in alcuni casi (Splinter,

"Ciao, sono la tua infanzia senza un briciolo di vergogna"

ma anche Bebop e Rocksteady) realizzata spesso al risparmio (per non essere volgari e dire “col culo”), TARTARUGHE NINJA – FUORI DALL’OMBRA risulta essere decisamente inferiore al suo predecessore, nonostante sia infarcito di tutte le chicche che i fan aspettavano e l’esacerbazione di effetti speciali computerizzati, arrivando a buttare la possibilità di riportare le Tartarughe in auge dopo anni di oblio.Se queste sono le premesse per il futuro del franchise, allora rivoglio i pupazzoni, rivoglio le tinte scure, rivoglio qualcosa che, nonostante fosse palesemente finto, non si riveli freddo come il culo di una strega: rivoglio il primo, ancora imbattuto, Tartarughe Ninja Alla Riscossa.




IN BREVE: Ipercolorato, macchiettistico, scemo e per niente divertente secondo capitolo delle nuove tartarughe in CGI targate Bay. Tante chicche per i fan storici, un paio di sequenze carine, niente di più.
Si poteva fare decisamente di meglio.

VOTO, SE PROPRIO DOBBIAMO FARE NUMERO: 5

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