venerdì 1 aprile 2016

IL MIO 2016 AL CINEMA – MARZO: BATMAN V SUPERMAN, MA POI MIGLIORA



Aprile è arrivato, Marzo ha dato quello che aveva da dare (a parte Room, che me lo sono perso come un pirla, ma si recupererà) ed è giunto quindi il momento del consueto punto della situazione.
Oh, occhio, [SPOILER] un po’ ovunque alla 'cazzomannaggia...




Non è la prima né sarà l’ultima volta che vado al cinema con un certo genere di aspettative mutuate dalla visione di un trailer fuorviante per trovarmi davanti a tutt’altra cosa, ma capita raramente che una pellicola diversa da quella che mi aspetto si riveli decisamente migliore.
Zootropolis in questo mi ha fregato, ed è stata una bella sorpresa.
Partiamo subito dicendo che se non sei il mostro di Firenze o un mafioso che scioglie bambini nell’acido non puoi, proprio non puoi non aprire il cuore alla protagonista, che non è la volpe Nick come il primo trailer fellone induceva a pensare, ma la coniglietta Judy, e la storia segue lei fin dall’infanzia, dove ha modo di spiegarci che il mondo non ha mai visto la grossa piaga dell’umanità chiamata…ehm, uomo, ma il pianeta è popolato da animali antropomorfi, che si vestono, lavorano e finiscono nei casini come tutti noi.
La nostra Judy vuole diventare poliziotta nonostante le spieghino tutti che una coniglietta non sia proprio il soggetto giusto per il lavoro, ma lei se ne sbatte, tira dritto e in culo a tutti lo diventa davvero, venendo addirittura assegnata alla grande città di Zootropolis, enorme agglomerato urbano ben diverso dallo piccolo e rassicurante paesello natio di coltivatori di carote.
Ed è proprio in città che Judy farà la conoscenza di Nick, piccolo truffatore che tira a campare come tanti, e che diventerà controvoglia il partner perfetto nell’indagine ad alto rischio che la coinvolgerà in prima persona.
Ecco, Zootropolis sembra tutto tranne che un film per bambini: nonostante gli animali antropomorfi generino subito un certo appeal nei più piccoli, il film è a tutti gli effetti un poliziesco, e va a toccare argomenti decisamente insoliti per un prodotto Disney: primo su tutti il razzismo, sia tra razze (tutti diffidano delle volpi) sia tra carnivori ed erbivori ci si guarda con circospezione, che fidarsi è bene ma a non fidarsi magari si evita tipo di essere divorati.




La cosa che lascia positivamente spiazzati all’inizio è che Zootropolis non cerchi MAI la risata facile (tranne nella scena alla motorizzazione civile: cappottato dal ridere per direttissima, 10 minuti buoni di crampi allo stomaco), ma una volta entrato nel mood del poliziesco anni ’80 tutto fila liscio in maniera perfetta.
Animazione ottimamente realizzata (ormai Disney non ha più bisogno di Pixar, ora Disney è questa, facciamocene una ragione), regia a 4 mani molto capace (uno è il papà di Rapunzel, l’altro di Ralph Spaccatutto, scusate), personaggi iconici e gran colonna sonora, il film non si ricorderà forse per originalità ma di sicuro si tratta di un ottimo lavoro, del quale mi piacerebbe vedere un seguito in stile Arma Letale, che a questo punto ci starebbe tutto.
IN BREVE: Poliziesco con animali antropomorfi, appassionante, inaspettatamente critico e veramente ben fatto. La scena coi bradipi me la ricorderò finché campo.
VOTO, SE PROPRIO DOBBIAMO FARE NUMERO: 8 ½



Partivo già da una buona base: avendo adorato i primi due, apprezzato la divertente serie TV, non potevo non godermi questo terzo capitolo, e così infatti è stato.
Non per partito preso sia chiaro, ma perché il brand è stato gestito bene sin dall’inizio e con questo nuovo episodio si è mantenuta alta la qualità che ha sempre contraddistinto questa saga, chiudendo un po’ il cerchio del discorso iniziato nel 2008.
Si chiude il cerchio del cammino di Po verso la definitiva consacrazione del Guerriero Dragone, si chiude quello sul suo passato, sulla sua famiglia d’origine e su tutta una serie di piccole o grandi parentesi aperte dei film e nella serie TV che hanno contribuito negli anni a creare un universo perfettamente contestualizzato e coerente nei suoi stilemi.
Altro universo di animali antropomorfi come in Zootropolis, altri casini legati a vendette, onori infangati, dinastie perdute, profezie millenarie e tanto, tanto kung fu.
A differenza del primo episodio dove si puntava sulla risata a tutto campo, e al secondo dove l’azione la faceva da padrona in maniera spendida, questo terzo film fonde in maniera quasi magistrale i punti di forza dei due precedenti, creando un amalgama perfetto. 
Nonostante i vari cambi di regia ( il primo era del Mark Osborne de Il Piccolo Principe, Jennifer Yuh si è occupata del secondo e ritorna qui con l’italianissimo Alessandro Carloni) l’essenza del Panda Universe risulta intatta e strutturalmente solida, e spettacolo e continuità non possono che giovarne.
Fa piacere, grazie allo spunto narrativo del nemico tornato dal passato (e dalla morte), rivedere un personaggio bellissimo e indimenticato come Oogway, e vedere come il protagonista riscopre se stesso fra i suoi simili e porta a compimento il suo percorso di guerriero e leggenda, ma fa piacere ritrovare anche i comprimari classici (qui forse con meno minutaggio a favore rispetto ai precedenti) come i 5 Cicloni e il padre adottivo di Po.



Tra i nuovi personaggi un cattivo meno carogna di quel bastardo di Lord Shen ma che ben si concilia con lo spirito del film, e soprattutto i panda superstiti amanti del cazzeggio e dello spaparanzo fine a se stesso che fungeranno da chiave di volta per la definitiva evoluzione di Po nel Guerriero Dragone, oltre che alla sua maturazione personale.
Il doppiaggio come sempre ottimo, nulla da segnalare.
Ah, e tutta quella minchiata tirata su ad hoc per menarla con la teoria pro-gender? Una minchiata, appunto, che Adinolfi commenta a cazzo di cane senza neanche averli visti, i film (#chiselosarebbemaiaspettato).
C’è solo da sperare, come da tradizione Dreamworks, che per mungere la vacca non tirino fuori altri film inutili e brutti come hanno fatto con L’Era Glaciale e Shrek, ma se ci fosse in ballo un’altra storia valida sarei il primo a non vedere l’ora.
IN BREVE: La perfetta conclusione della storia del Guerriero Dragone, tra azione e risate in un mix perfettamente bilanciato. Ad ora la serie Dreamworks perfetta, in attesa di Dragon Trainer 3
VOTO, SE PROPRIO DOBBIAMO FARE NUMERO: 8



E veniamo ora al punto cruciale del mese.
Ci sono talmente tante cose da dire su questo frullatone di pellicole che non so da dove cominciare.
Potrei cominciare dicendo che speravo di trovarmi davanti ad un altro film, un film riuscito magari, e così a mio modestissimo parere non è stato.
Non è stato perché stavolta Zack Snyder non ha ripetuto il miracolo di Man of Steel, che per quanto mi riguarda (lo so, sono una mosca bianca) era davvero un film interessante, ben costruito, completo, con i giusti tempi e spazi… ma il film è andato maluccio per i piani che avevano in Warner, e quindi via, ficchiamoci dentro Batman che in quanto a popolarità è quello che tira sempre di più.
E nonostante i fischi del mondo al momento della scelta dell’attore (me compreso), Ben Affleck ha tirato fuori un signor Batman, roccioso e potente, visivamente splendido, preoccupandosi pure di dare un’umanissima credibilità al suo alter ego fantoccio Bruce Wayne, ben lontano dal finto cazzone che vive di sole feste, auto di lusso e puttanoni da sbarco: il Wayne di Affleck è un uomo ferito, con 20 anni di lotta al crimine sulle spalle, con almeno un alleato perduto in battaglia (quel costume di Robin imbrattato da Joker ti sbatte in faccia Una Morte in Famiglia con una violenza assurda) ma con sotto due palle fumanti, perché costume o meno è lì a correre in aiuto della popolazione inerme durante l’attacco di Zod, a salvare dipendenti e bambini tra le macerie, incurante del pericolo.




E quando in mezzo a quella carneficina riconosce nel boyscout rossoblu la causa scatenante fa quello che ci si aspetta da lui: s’incazza, inizia a studiare il nemico e si prepara alla controffensiva.
Fino a qui il film mi ha incantato, giuro.
Poi purtroppo nelle due ore successive è successo quello che non doveva succedere, e quello che più temevo, e qui scusate ma vado di listone selvaggio:
- quello che doveva essere il sequel de L’Uomo d’Acciaio è diventato a tutti gli effetti il primo film di Batman del nuovo coeso DC Extended Universe, con un Superman burattino in mano a chiunque che si fa sballottare come un bambino scemo a destra e a manca da un…
- …villain ridicolo come il Lex Luthor di Jesse Eisenberg, fastidioso generatore random di parole farfugliate senza senso che si palleggia tra l’immagine del ragazzino problematico bisognoso di attenzioni allo squilibrato che s’impappina ogni due per tre bisognoso di cure pesanti




- Batman ha un signor costume, qualche bel giocattolo e quando affronta 20 tizi armati a mani nude è una gioia per gli occhi (meglio non s’era mai visto nulla, davvero), peccato che per tutto il film si metta ad accoppare la gente manco fosse il Punitore, che con il personaggio ci sta bene quanto un Uomo Ragno che spaccia crack davanti alle scuole
- Lois Lane si riconferma una rincoglionita totale con disperato bisogno di Super Badante sempre al seguito, quasi ottant’anni di vita editoriale e ci dobbiamo puppare ancora la Lois Lane che si ficca nei casini, che si fa rapire, che rimane intrappolata ovunque, che cade da altezze LOL, ma anche basta!
- il gancio ai prossimi film è arrivato nel modo più becero mai visto: ok, le scene post credit (marchio di fabbrica Marvel) sono ormai abusate, ok, ma da quelle a piazzare a metà pellicola dei praticissimi LOGHI GIGANTI su un computer arrivati non si sa da dove (inventati da Luthor? per carità…) e filmatini scrausi sui prossimi eroi in arrivo è di una sottigliezza che neanche Hulk in una cristalleria, ed andando nello specifico:
- Cioè, Flash è un cacchio di zingaro. Parliamone. Ma anche no.
- il Jeremy Irons usato solo per piazzare la battutina sarcastica che non fa ridere nei momenti meno adatti è una roba da denuncia, più che altro perché si parla comunque sempre di Jeremy Irons, cazzo
- il motivo per cui Batman e Superman si legnano come richiede il titolo è di un pretestuoso che non ne parliamo, ma quello per il quale smettono di menarsi e per il quale diventano amici per la vita in tre secondi netti è qualcosa di ancora più assurdo. Cioè, “bastardo, hai distrutto Metropolis e contribuito alla morte di un migliaio di persone, ti devo fermare con qualsiasi mezzo” dice il pipistrello, “tu non ti comporti bene, non si marchiano i criminali, gne gne gne” risponde il palestrato in pigiama blu e mantello rosso, e… “Tua madre si chiama Martha? ANCHE LA MIA!!”, “NOOOOO GIURA!!!” = Amiche per la vita!!!
Porca troia, ma neanche in My Little Pony.

E non menatela con i sogni di Batman, le premonizioni, perché Batman non è un maledetto precognitivo, è un uomo disturbato e…sulla base di un sogno contorto fai la pace con quello che ritieni l’essere più pericoloso del mondo con il quale ti stavi ammazzando solo due secondi prima? MASTIAMOCAZZOSCHERZANDO?!



- Doomsday…c’è qualcosa di sensato in tutta la questione Doomsday? Il frutto coatto dell'incesto fra il corpo surgelato di Zod e il sangue di Luthor dopo cottura a vapore? Ma che cazzo s’erano fumati gli sceneggiatori? Ma poi anche fosse, cosa mi rappresenta? Come è potuto succedere? Come ha potuto Luthor pianificare una roba simile, su che base? E soprattutto perché, con quale scopo, giustificandosi con “sono il cattivo, devo fare per contratto qualcosa di simile e sfornare un abominio”? #nowords
- Batman poi che da lupo solitario diventa il Nick Fury dell’Universo DC, con la pretesa di aver capito effettivamente qualcosa dai sogni assurdi che si è sparato per tutta la pellicola, è frutto dell'ennesima scusa campata per aria: “Uniamoci perché il mondo ha bisogno di noi” dice a Wonder Woman. Ancora, su che base? E comunque non è il tuo ruolo, tu sei Batman, ti fai i cazzi tuoi per legge! Ma niente, ormai il treno era deragliato…




La cosa irritante è che in mezzo a tutta questa serie di puttanate e scuse pretestuose prive di qualsiasi logica c’è anche del buono: tutta la prima parte che si riaggancia a MoS per esempio, lo studiarsi a distanza dei due, il personaggio di Wonder Woman che alla fine entra di piattone nello scontro e tiene scacco da sola a Doomsday mentre gli altri stanno in disparte a parlare di mammà, ma anche un Perry White tosto come pochi, la sopracitata scazzottata di Batman 20:1, le sequenze riprese direttamente da Il Ritorno del Cavaliere Oscuro di Miller (in questo Snyder è vero maestro visivo, Watchmen e 300 docet).
Ma Snyder è maestro anche nello sputtanarsi in due secondi, dichiarando che in origine Luthor doveva solo fare un cameo poi, accorgendosi che aveva effettivamente assunto un bravo attore (a scanso di equivoci, a me Jesse Eisenberg piace) gli ha fatto scrivere A RIPRESE IN CORSO un copione apposito, e infatti si è visto; o ancora attribuendo alla novel di Miller spunti colti solo da lui, col fatto che è evidente, alla luce delle dichiarazioni, che lui quella novel non l’ha mai letta.
Il vero problema di Batman v Superman - Dawn of Justice sta nel fatto che in 2 ore e mezza (tre nell’edizione estesa voluta da Snyder in uscita tra qualche mese in home video) è che si è voluto infilarci dentro almeno tre film, accavallando storyline a cazzo di cane e ingarbugliando il tutto togliendo spazio a sequenze che potevano/dovevano essere trattate con più enfasi e soprattutto con più chiarezza.
Abbiamo quindi il primo film del nuovo Batman, ma anche il seguito (più o meno) de L’Uomo d’Acciaio con l’ingresso di Lex Luthor, abbiamo lo scontro fra i due eroi del titolo, la battaglia a tre contro Doomsday, e di fatto il preludio a Justice League, che tanto per correre sempre dietro alla Marvel partirà subito con un film in 2 parti, come il prossimo Avengers.
Cioè troppa, troppa, TROPPA roba!
Io ci speravo tanto in questo film, lo ammetto, e dover ripiombare alla dura realtà è stato uno schiaffo forte.
Non sono un Marvel maniaco fondamentalista, ho letto fumetti Marvel per anni (ma anche Batman e un sacco di roba Vertigo) e questo non mi ha impedito di schifare robaccia come Iron Man 3 o trovare anche solo passabile il primo film di Cap (il mio eroe preferito di sempre), o amare alla follia la trilogia di Nolan ed esaltarmi con L’Uomo d’Acciaio.




Non è questione di essere fan o meno di un personaggio o del fumetto d’origine, è questione di essere obiettivi: ed obiettivamente Batman v Superman - Dawn of Justice è un film troppo carico, confusionario e frettoloso, che con una sola pellicola cerca disperatamente di recuperare pubblico per stare al passo con i Marvel Studios e, invece di puntare sulla qualità dei singoli (personaggi e film), si butta nella mischia senza preoccuparsi di fare le cose per bene, facendo emergere una preoccupante mancanza di fondamenta, perché per creare un universo cinematografico coeso non basta piazzarci un nome, ma serve lavorare sui protagonisti, sul progetto in generale, per non togliere quel sense of wonder nel momento in cui finalmente si uniranno, rendendo il tutto davvero epico.
E la cosa peggiore è che, conclusa la visione, il mio personalissimo interesse per i prossimi film di questo DC Extended Universe è crollato come un castello di carte: un film su Wonder Woman, un film su Flash con QUEL Flash, un film su Aquaman non mi interessano minimamente, non mi è rimasta la voglia e l'aspettativa per un prosieguo che arriverà; vedrò sicuramente quello di Batman quando uscirà perché…beh, è Batman, e quello sulla Justice League ok, ma mi fermo lì.
Detto sinceramente, se questo è lo scenario cinematografico DC che ci si prospetta nei prossimi anni, mi tengo volentieri tutta la vita il The Flash televisivo per ragazzini.
Ed è tutto dire.
IN BREVE: Pretestuosa orgia di contenuti, visivamente splendida ma sovraccarica di roba e priva di sostanza.
Pochi guizzi e buone idee (riciclate) non ne fanno il film che avrebbe dovuto essere.
Non merita la merda che gli hanno lanciato contro, ma nemmeno più attenzione del dovuto.
VOTO, SE PROPRIO DOBBIAMO FARE NUMERO: 6

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