sabato 22 dicembre 2012

Recensione: Lo Hobbit - Un Viaggio Inaspettato che uno un po' se loaspetta, tra piedi pelosi e conigli da slitta



Talvolta è tutta questione di aspettative.
Ricordo ancora così lucidamente e dolorosamente l’attesa per l’uscita di film super pompati che attendevamo puntualmente io e gli altri debosciati amici miei: andando a ritroso nel tempo il ricordo di Spider-Man 3 col Venom con la voce da sega / la Gwen Stacy full-oca con le gambe a tronco di pino / MJ che non era MJ e il momento whattsamericanblackboy, di quell’incidente gastrico e deturpa-infanzie di DragonBall Evolution (KamehameACCENDICANDELE!), o di quella puttanata immorale di X-Men Conflitto Finale di cui non si può salvare niente neanche sotto tortura
Insomma, brutte esperienze che ti segnano.
Al che mi sono fatto un bell’esamino di coscienza e mi sono detto “cosa accomunava tutte queste porcherie?” e la risposta è stata la più sincera possibile: “Li stavi aspettando troppo tempo” e non applico lo stesso discorso anche ad Iron Man 2 solo perché oggi ho mangiato bene e sono in buona.
E per War Machine. E per la Vedova Nera col costume aderente, che ancora non era passata al contenitivo di Avengers.
Basta.

Dovuta premessa a parte, veniamo a noi e va detto subito che non sono mai stato un grande fan di Tolkien, e come Clerks 2 ha così sottilmente precisato, esiste un’unica e sola Trilogia.
Quindi tenete presente di questo: non sono un purista né un amante del genere, non ho letto Lo Hobbit e forse anche per questo me lo sono goduto come film, ma andiamo per gradi.

Nonostante uno non sappia nulla in partenza, se una storia è avvincente e ben raccontata non importa, e una volta che al cinema ti arriva un film di Peter Jackson, con un bel cast, pieno di Nuova Zelanda, con gli effettoni della Weta Digital e che trasuda Signori e Anelli da tutti i pori, proprio non si può non vederlo al cinema.
Per legge.
Così in una fredda domenica invernale mi sono messo di buona lena, e con l’amico (che per questioni di privacy chiameremo) VallettoDiSatana ci siamo beccati la visione delle 21 all’Uci di Piacenza, dove il 3D è davvero un 3D, almeno sulla carta, almeno per la pubblicità.

E ora è ora di [SPOILER] quindi se non l'avete ancora visto, occhio

Prime immagini, e due cose già sono chiare: bastano poche note e ripiombiamo nostalgici nella Terra di Mezzo e nel magico mondo dei piedi pelosi, e il 3D si fa superfluo ancora una volta, mostrando una straordinaria profondità di campo “fiori in primo piano-casa Baggins sullo sfondo”.
12 euro di biglietto con prevendita di cui sentirò la mancanza.
Dopo il meraviglioso prologo in terra nanica, dove ci vengono presentati Thorin Scudodiquercia 


che a seconda dell'inquadratura sembra un nano, in altre un proto-Aragorn di due metri
e riassunto l'antefatto con la fine di Erebor e l'inizio dell'odio generazionale nano-elfo, torniamo alla cara vecchia Contea dove (visto che da Il Signore degli Anelli era avanzato un casino di materiale, e pareva brutto buttare ettari di pagine nel dimenticatoio) ci si ricollega direttamente al finale della vecchia trilog...triade di film.
Qui troviamo Bilbo Baggins, il vecchio e inossidabile Bilbo con una dipendenza da anelli stregati alle spalle e spacciatore di magliette in fibra elfica, che si fa bellamente i cazzi suoi da bravo misantropo sedentario, seduto allo scrittoio intento a scrivere delle sue gesta.
Cioè, non so, aspetta ancora un po’ già che ci sei.

Ma non è tanto la tempistica, quanto già da come inizia ci sarebbe da picchiarlo: 
“Caro Frodo, una volta mi hai chiesto se ti avessi raccontato tutto riguardo alle mie avventure.
Anche se posso affermare onestamente di averti detto la verità, magari ho tralasciato qualcosina...”
Ah dici? E il premio per l'eufemismo del secolo va a "Qualcosina", di Bilbo Baggins!
Scroscio di applausi, gente in delirio, le prime file lanciano reggiseni sul palco...
Cioè, potevi anche sprecarle due parole con tuo nipote, ecco magari prima di mandarlo allo sbaraglio in mezzo a orchi, bestie, nazgul eccetera.
La mano offesa intanto ringrazia come può.

Ma il problema non è tanto Bilbo e la sua misantropia congenita, quanto Gandalf.
Gandalf.
Quel vecchio fumatore di erba pipa di Gandalf, spacciatore di fuochi d’artificio illegali e sostanze illecite nonché irsuto signore del magnetismo,che per ingannare il tempo e tanto per non mettersi a riordinare l’armadio di cappelli flosci e tuniche tutte uguali (bisognerà aspettare Il Ritorno del Re per vederlo lavato e cambiato, storia vera) decide di reclutarlo.

Oppa Gandalf Style
Come? Inviando 13 nani a casa del giovane Bilbo Baggins senza dirgli niente, per farlo partecipare alla titanica (e appena appena, ma giusto un filo, tipo leggermente  suicida) impresa di dirigersi verso l’antica città di Erebor, Regno caduto dei nani ora dimora di Smaug, un enorme drago amante di oro e paccottiglia, giusto perché l’antico vaso andava salvato.

Ehi, tu casa es mi casa
Quindi questo gli fa “Ehi, ti conosco per sentito dire quindi  facciamo una cosa, tu t’imbarchi in una missione suicida con 13 nani che han perso casa e mentre voi marciate, cantate ey-ho ey-ho e ve la vedete con troll, goblin e tutto quello che mi viene in mente lungo la strada, io faccio il figo e vado e vengo come mi pare.”
E Bilbo cosa fa? Prima fa il sostenuto, poi quando questi partono e lo mollano indietro...

lui giustamente gli corre dietro
Evvabbè, il vecchio è una volpe, lui e i suoi trucchi magici altamente avanzati, tipo spaccare una roccia in due, tirare su un filo di vento, accendersi la pipa…
Ecco, il truccone di chiamare aquile e uccelli giganti parlando con le farfalle gli riesce sempre bene, per il resto pure il mago Casanova ne sa un po’ di più.

Comunque, di camminate ce ne sono un bel po’, e si potrebbe anche ascrivere il film nella categoria road movie, basta sostituire la strada con la meravigliosa Nuova Zelanda in tutto il suo splendore di praterie, e grotte, e praterie, e laghi, e praterie, e montagne…

...e praterie...
ma soprattutto togliere la macchina/furgone/yattacan del caso e metterci una bella e gloriosa mandria di…

...
Pony.
I nani viaggiano sui pony.
Che se ci pensate ci sta anche…cioè sono nani. Gli hobbit sono ancora più piccoli, e ok, si va con la versione per bambini, ma chi è quello? E chi vuoi che sia, è Gandalf a cavallo, lui e la sua fissa che deve averlo più grosso degli altri. E vabbè

Il viaggio continua quindi tra incontri spiacevoli, tipo tre troll che si vogliono mangiare tutti i protagonisti



(salvati da quella che sembra la PRIMA VERA MAGIA di Gandalf in 4 film: media gol che fa invidia pure a Pato) e grandi ritorni, più che altro il ritorno per lo spettatore a GranBurrone, regno di elfi snob e diversamente abbronzati, che dai nani non sono molto ben visti ma oh, quando ti devi salvare le chiappe dagli orchi a dorso di Mannari (felini grossi, feroci e con la tipica faccia da animale incattivito tenuto a digiuno) ti fai andare bene tutto, anche accettare rifugio da una popolazione di stronzi che, intanto che Smaug si ciulava casa tua e inceneriva tutti quelli che non riuscivano a trotterellare via abbastanza in fretta, se ne stava a guardare da lontano, che non sia mai uno si spettini…

Perchè io valgo
Non mi soffermo più di tanto sulla mappa con la scritta ad inchiostro simpatico lunare, ovviamente in elfico, sui conigli da slitta (che vincono davvero su tutto a mani basse), e nemmeno sulla fuga sulle montagne-che-non-sono-montagne intente a tirarsi massi grandi quanto una piccola metropoli, sequenza alla quale tra l’altro BiancoBaggins e i 13 nani scampano senza un graffio tra il “miracolosamente” e il “WTF!?”


L'Uomo del Monte ha detto "SPACCAAAAA!"
e arriviamo alla sequenza più interessante del film: i goblin e Gollum.
Dopo il match Himalaya vs Everest, la combriccola di tappi si rifugia nel cuore di un’altra montagna (sperando di non essere entrata nel K2dall’ingresso sul retro) e da lì piombano/cadono/caracollano dritti dritti nella tana dei goblin, esserini miti, belli da vedere nonchè amanti dell’igiene; ma il vero fulcro di tutto non è tanto  vedere come 13 nani vengano impacchettati e seviziati per la seconda volta nel giro di un film (“Grandi guerrieri, i nani” dicevano), quanto le disavventure del giovane Bilbo nella tana del leone, che in questo caso è gobbo, seminudo e un filo psicopatico: Gollum (finalmente!)

Quello che in fondo ci è stato raccontato nell’ombra nella prima trilogia viene qui mostrato nel dettaglio, e la scena nella sua stranezza è davvero divertente: una sfida di “menti”, nell’angolo a destra l’hobbit tossicomane e fancazzista, in quello a sinistra il rifiuto umano schizofrenico e approssimativamente cannibale, il tutto perché la personalità meno socievole di Gollum deve  decidere se lasciare andare Bilbo o mangiarselo intero.


Con 'sta faccia qui. Come fai a non volergli bene?

Alcuni giochi di parole, va detto, perdono nella traduzione, ma tant’è.

Fatto sta che il tossicomane vince il garino intellettivo, si frega l’anello e lascia Gollum solo e incazzato come una vipera, intento ad asciugarsi le lacrime nel tanga e a covare rabbia per la prossima generazione di Baggins che passerà di lì.

Frodo ringrazia sempre come può.

Il finale (che lo sappiamo, finale non è) sembra ricordarsi che un po' d'azione lo spettatore magari se l'aspetta anche, quindi vai di raudi e mefisto e un bel confronto con gli orchi cavalcabò non guasta mica.
Giusto il tempo di un'altra magia farlocca di Gandalf, con Thorin Scudidiquercia che si fa gonfiare come una zampogna da God of Ogre, ed ecco che il nostro Bilbo ti diventa l'hobbit più cazzuto sulla piazza, tripudio di abbracci e pan di stelle ed ecco i nostri eroi più compatti che mai, in viaggio verso la meta...
Un finale speranzoso che serve più che altro a finire di preparare la tavola per la cena, che in soldoni sarà quel secondo capitolo chiamato La Desolazione di Smaug, che ancora più in soldoni sarà TRA UN FOTTUTISSIMO ANNO.
No ma grazie, eh?

E quindi diciamo che si può anche dire [FINE SPOILER] e trarre delle conclusioni, e credo di dovervi delle scuse perché battute e pernacchie a parte, c'è che questo Viaggio Inaspettato mi è piaciuto.
Cacchio se mi è piaciuto!
Come al solito mi capita di uscire dai ranghi, e questo film me ne ha dato la possibilità, perchè si, si lascia prendere in giro e si lascia seguire, si fa ammirare in ogni inquadratura meravigliosamente costruita e ti fa amare ogni personaggio, anche quelli meno probabili.


Davvero, in foto è un'impresa, ma poi vuoi bene anche a loro.
Almeno a 5 di loro. Si, anche a quello che sembra De Niro rasato e tatuato.
Perché, nonostante tutto, siamo di fronte a una favola.
Una favola diversa dalle solite, molto divertente e che va presa per quella che è.
Non è Il Signore degli Anelli, è un racconto per ragazzi, il racconto dal quale tutto ha avuto vita, e questo andrebbe sempre tenuto presente, come anche del fatto che una favola non deve necessariamente essere "credibile" per essere apprezzata.
Una favola semplice se vogliamo, che comunque mi ha divertito molto e di sicuro non mi ha annoiato e sfiancato [Oddio lo dice, ora lo dice!] come La Compagnia dell'Anello [Oddio l'ha detto! L'ha proprio detto!] visivamente splendido ma di una lentezza devastante nell'incedere della narrazione.
Confesso che sono intenzionato a rivedermelo prima che lo tolgano dalle sale, magari farò una capatina a Melzo e me lo riguarderò per bene in Sala Energia, e spero che nessuno di voi si perda questo film nell'unico posto in cui sia possibile goderselo davvero: una sala cinematografica.
O, in alternativa, il 300" di Barney Stinson.


"Mi fanno male gli occhi..."  "Aaah si! E non ti passerà!"
Beh, che dire, una piacevole sorpresa, una pellicola che fino all'uscita non mi sono filato di striscio, e che mi ha lasciato particolarmente soddisfatto e incuriosito, tanto dallo spingermi ad acquistare il romanzo di Tolkien, perchè lo ammetto: aspettare un anno è veramente troppo.


           

2 commenti:

  1. Quoto in toto: io vorrei tanto riuscire a rivedermelo in sala in inglese^^

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    1. Per vederlo in lingua aspetterò il Blu-Ray, ora l'obiettivo è di vederlo in una sala più che cazzuta =)

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