martedì 8 gennaio 2013

RECENSIONE: INAZUMA ELEVEN STRIKERS (ovvero quando la Wii si sveglia tardi e si ricorda di essere ancora una console, se vuole, forse)




La premessa di base è che sono fondamentalmente un videogiocatore anomalo, di vecchia annata direi, ho solo sfiorato per poco tempo la meraviglia del Commodore64 ma fortunatamente ho vissuto in pieno l’età d’oro del primo Nintendo, quindi non mi posso lamentare.
E in un tripudio di cassettone jappe, pistole zapper e console fuse a furia di giocare a World Cup 

Ricordi, lacrime e gollonzi in rovesciata
sono passati diversi anni e nonostante tutto sono ancora qua, ad aspettare l’uscita di quel titolo, ad informarmi su quell’altro, a rompere le guglie al mio negozio di fiducia (una cricca di cui fino a pochi anni fa facevo parte anch’io, ma questa è un’altra storia) perché quando da piccolo certe cose ti entrano nel sangue ciao, è fatta.

E insomma, flashforwardando di 23 anni due mele e poco più ci troviamo ai giorni nostri, e nonostante in casa girino a rullo PS3 e 360 ormai a ciclo continuo da anni, il mio rapporto con la Nintendo si è via via deteriorato in maniera graduale, e un po’ dispiace.
Dispiace perché sono nato con Lei, videoludicamente parlando

Con ogni probabilità, il più bel Natale della mia infanzia...
dispiace perché se già era una figata quello scatolotto grigio topo inguardabile, la figlia Super lo era ancora di più, un po’ per via di quel pad strafigo con 6 tasti in più, un po’ per la grafica da fine del mondo e quei giochi dove per la prima volta potevi salvare la partita…fantascienza, gente, Philip K. Dick c’aveva preso di nuovo.

Poi è arrivata Playstation e li il divorzio è stato inevitabile, il declino della Grande N segnato rosso su bianco sul grafico di funzione X/Y.
E dopo un tira e molla durato anni (leggasi “dopo averla venduta la ricompri per andare in vacanza d’estate con gli amici e poi la lasci lì sei mesi a prendere polvere”) succede che cedo alla pressione psicologica del Prazzo, amico fidato nonché viscido demone tentatore in grado con due parole e una virgola di farti desiderare di ricomprare anche una console che odi, e taaac: ricompro la dannatissima Wii.

Trova l'intruso
Va anche detto che tra un maneggio e l’altro, con l’usato buttato sul piatto, l’uscita della WiiU'ncùlàt e magna magna vari me la tirano praticamente dietro, ma il risultato non cambia.
Fateci un pensiero, che tra un po' la trovare come ridere pure nei fustini del Dash. 


I gioconi (Xenoblade, The Last Story) me li fornisce il malefico demone, ma la vera ragione dell’acquisto è un titolo che mi ha scimmiato pesantemente dalla prima volta che l’ho visto giocare, 

e in un turbine di ricordi d’infanzia misti a voglia di livellare personaggi senza troppo impegno mi sono sentito in dovere di fare l'insano gesto: e fu la spesa INAZUMA ELEVEN STRIKERS.


A chi hai detto "Holly e Benji", a coso?!
Non ridete, stronzi, perché dietro c’è gente che di GDR e videogiochi in genere qualcosa ne sa, tra Dragon Quest VIII, Rogue Galaxy, la serie di Professor Layton, Dark Cloud/Chronicle e il prossimo Ni No Kuni, e scusatemeli.
Finora unico capitolo giunto in terra italica per la console casalinga con la peggior grafica delle ultime due generazioni, IES è un titolo infido, che da una parte punta al tuo subconscio di ragazzino cresciuto a calcio e cartoni di Holly e Benji


...oook, con l'anime di Captain Tsubasa...
e ti prende in contropiede dall’altra parte con un’immorale tripletta composta da:



- Temi fantascientifici (sempre cari, da bravo maschio Alfa Centauri)
- La collezionabilità (vera piaga di questo secolo, da Magic e Pokemon in giù)
- Elementi RPG (molto basilari, ma ci sono, e danno quella maiala soddisfazione
   di crescita dei
 personaggi che lèvati)

al che tu alzi bandiera bianca e via, il danno è fatto.

Vengo così catapultato nella storia del club di calcio giapponese più fuori di melone di sempre, una squadra di liceali (sempre loro, gli adulti in Giappone non hanno diritto di vivere, a questo punto è evidente) chiamata Raimon e capitanata da Mark Evans, che stranamente per la prima volta nella storia degli anime/manga/games nipponici non fa l’attaccante ma il portiere (!)

E già questa cosa mi piace: un portiere protagonista e motivatore.
Spero in un guardalinee per la prossima serie.
Praticamente la storia si snoda in una serie di partite sempre più difficili e nell’ordine del WTF!?, tra squadre che andrebbero smantellate a causa della potenza bellica distruttiva della gente che vi milita, e rimanda per chiarimenti non necessari ma sempre ben accetti alla serie animata che (mi vergogno ad ammetterlo) non mi dispiace neanche, paragonata alla merda di cui sono pieni i canali per ragazzi ultimamente.

Devo DAVVERO aggiungere altro? No, appunto.
Il gioco permette di poter affrontare partite singole contro il computer o contro altri giocatori in loco fino a un massimo di quattro, ma fin qui niente di straordinario.

Il bello arriva con la modalità Club di Calcio però: 

"Cazzo, ci sono quelli di Sky...su le mutande, gente,
e tirate fuori Paparesta da quello stanzino!"
Si comincia prendendo in mano le redini della Raimon nella sua prima versione sfigata piena di mezze pippe, per proseguire in una serie di partite di campionato, incontri d’allenamento e minigiochi, al fine di potenziare ogni singolo membro e farlo crescere in forza e abilità.


Da notare, a parte un paio di personaggi caratterizzati decentemente,
i derelitti umanoidi che fanno mero riempimento
Partendo dal presupposto che fare gol semplicemente tirando in porta è pressoché impossibile, toglietevelo dalla testa, l’unico modo per segnare è infatti dare libero sfogo a tutta la propria tamarraggine, tirarsi su le maniche alla Mark Lenders e scannellare bordate astrali


E' proprio il caso di dirlo
all'indirizzo del portiere, il tutto grazie a tecniche speciali (che costano un tot di Punti Tecnica, da bravo GDR) che il suddetto tizio può permettersi o meno di parare utilizzando le abilità di cui dispone.

Il “fattore collezionabili” entra in scena proprio dopo la prima vittoria, che permette al giocatore di acquistare altri personaggi più forti e di comporre la squadra di mutant…ehm, ragazzi più adeguata al proprio gioco, e così via fino a dominare il mondo…del calcio

Del calcio quello strano, toh.
Ogni giocatore, anche il più scrauso sulla piazza, dispone infatti di una o più tecniche speciali relative al suo ambito di gioco: porta, difesa,centrocampo offensivo, attacco, e gode ovviamente delle possibilità di crescita prima menzionate, oltre alla capacità di creare un legame coi compagni di squadra, in modo da potenziarsi ulteriormente e dare vita ad azioni a 2 o 3 giocatori contemporaneamente.

Della serie "il tiro a due di Holly e Tom a noi ce fa 'na sega"
 
D'altra parte tecniche con nomi come:

Dragon Crash

Supernova
Volo della Fenice

Pinguino Imperatore (Fattore WTF!? fuori parametro)

dicono già tutto il dicibile e l’indicibile.

Il gioco in sé, doppiato completamente in italiano e dalla grafica coloratissima a livello total-epilessia, risulta veramente divertente ed accessibile per qualunque tipo di giocatore: io per esempio non sapevo una mazza della serie e non avevo mai provato i titoli precedenti usciti per NintendoDS, ma ciò non ha di certo reso IES meno godibile e giocabile.

Va detto: nonostante tutte le influenze esterne anche pesanti, come la componente ruolistica, IES rimane comunque un gioco di calcio, per quanto arcade e spara minchiate vogliate vederlo, e come tale risulta quasi ingestibile tramite quello schifoso vibratore gomato (perché proteggersi è importante) del WiiMote e la sua schifosa minibanana collegabile:

In evidenza il goldone sicurezza
Giocare a un gioco di calcio con 'sto attrezzo è come scavare nel cemento
con un cucchiaio: prima o poi ce la farai, ma chi te lo fa fare?

L'acquisto di un Pad Pro è quindi caldamente consigliato.
Il discorso grafica è un “vabbè” già in partenza, si sa, la Wii ha la potenza grafica di un cartello stradale a led gialli e quindi più di tanto non si può pretendere

Anche se ogni tanto qualche merito ce l'ha pure avuto...
ma nonostante tutto e tenendo conto delle magagne tecniche della macchina, i geniacci di Level-5 hanno impacchettato l’ennesimo titolo interessante e ben curato, con una grafica cell shading che salva il culo a capra, cavoli e pastore, e una buon bilanciamento tecnico tra fasi di gioco e intermezzi, cose che da un team del genere pretendi, ti aspetti, e 90 su 100 ottieni.
Rimane, come in ogni gioco Level-5, la pecca per quanto riguarda la gestione degli inventari: non ci beccano, ma proprio no, mai, fanno incazzare i santi, e ormai credo sia cosa voluta.

Resta il rammarico che giochi divertenti e senza pretese come questo verranno giocati solo dai bimbiminkia che si sciroppano il cartone mentre gli altri resteranno completamente all'oscuro anche solo della sua esistenza, o comunque non ci si avvicineranno facilmente anche grazie a recensioni come quella che ho letto giorni fa su un "sito online molto conosciuto", che insisteva sul fatto che INAZUMA ELEVEN STRIKERS perde in partenza contro titoli come Pes e Fifa perché deciso a puntare troppo sul fattore ruolistico e meno su quello della simulazione calcistica.
Allora, se arrivi a scrivere, neanche a dire, ma a scrivere una roba del genere dovrebbero per legge privarti dell'uso di qualunque dispositivo di scrittura multimediale e, già che ci siamo, pure degli arti per scriverci, perché se credi che al mondo ci sia bisogno di UN ALTRO simulatore di calcio, e soprattutto che IES puntasse a questo tipo di target, significa che non hai davvero capito un cazzo dalla vita.


"92 minuti di applausi!"
Per quanto mi riguarda, alla fin fine, mi sento di consigliare un gioco che mi ha fatto divertire e che sono andato avanti a giocare anche dopo l'effettiva fine della storia per molto tempo: batti quella squadra, arruola quel giocatore, livella tutti i legami, impara la mossa più potente, e così via.
Un gioco-droga per tutte le tasche a metà via tra i casual game, GDR, calcio arcade e Holly e Benji sotto stupefacenti: ma cosa cavolo volete di più?

Nessun commento:

Posta un commento