martedì 10 gennaio 2017

ASSASSIN'S CREED - LA RECENSIONE SENZA SPOILER


Dispiace iniziare così, ma oggi facciamo in fretta che in fondo non c’è molto da dire, vista la qualità (si perdoni il termine) della pellicola e soprattutto quanta voglia abbia di dimenticarlo in fretta.
Anno nuovo, mood nuovo, potenziale nuova serie cinematografica che se Dio vuole morirà qui e ora, senza fare troppo rumore per nulla: segue recensione di ASSASSIN’S CREED, film inaffrontabile per chiunque non entri al cinema con un almeno un thermos di caffè pimpato col guaranà.




L’idea di realizzare un film sulla popolare saga videoludica gira ufficialmente dal 2011, e da che se n’è sentito parlare Michael Fassbender è sempre stato parte integrante del progetto, sia come produttore sia come protagonista, cosa che lasciava ben sperare.
Cinque anni dopo (da noi è arrivato in ritardo ma negli USA l’hanno visto a Dicembre) eccomi qua, intento a raccogliere i cocci della mia profonda delusione e a mangiarmi le mani per aver iniziato l’anno cinematografico con questa tavanata galattica.
Chiariamoci, la saga Ubisoft già si prestava molto bene di suo ad una trasposizione cinematografica, e infatti ne hanno presi praticamente tutti gli elementi fondanti: un tizio qualunque (qui un condannato a morte) viene rapito dalla Fondazione Abstergo per fargli rivivere, attraverso una macchina fantascientifica chiamata Animus, i ricordi di un suo antenato spagnolo vissuto ai tempi della Santa Inquisizione impressi geneticamente nel suo DNA.

Con pratica tecnosodomia inclusa nel prezzo (del biglietto)


Il suo antenato, Aguilar, faceva parte della Confraternita degli Assassini, e pare fosse l’ultimo a conoscenza dell’ubicazione della fantomatica Mela dell’Eden, manufatto antico che conterrebbe la chiave genetica per soffocare la violenza insita nell’essere umano, il ché di suo sarebbe già una bella stronzata, ma la vera tragedia di tutta l’operazione non sta nel suo spunto di base, quanto nella sua realizzazione globale-totale-reale-male.
Il punto è che non basta buttare sul piatto una tematica fantascientifica interessante, cioè basta e avanza per attirare in trappola la fanbase videoludica e i curiosi dell’ultimo minuto, non di certo per fare un buon film d’intrattenimento, a maggior ragione se nella mischia c’infili attori che si prendono mostruosamente sul serio, una sceneggiatura che arranca per trovare un motivo di esistere, una regìa da spot pubblicitario pettinatissimo e un montaggio da morti di sonno.



Il film di Justin Kurzel, già regista di Macbeth, è infatti un inno plateale alla narcolessia spinta, non diverte, non sorprende, non intrattiene nemmeno, se la gioca facile con l’idea di base del franchise ma la sfrutta talmente male che le uniche cose che possono restare impresse a fine agonìa sono qualche bel panorama e un paio di sboronate da parkour che si dimenticano un attimo dopo.
L’ambientazione spagnola (un cazzo di deserto e un paio di set rubati a Game of Thrones) è di una povertà rara, l’Abstergo è di un asettico che neanche un obitorio nuovo di zecca e la resa dell’Animus è quanto di più volutamente scenografico e allo stesso tempo inutile si sia mai visto, una roba che la sospensione dell’incredulità te la frantuma in un niente, quando sarebbe bastato sbattere un tizio su un lettino, attaccarlo a una macchina con un paio di led e ambientare il tutto in Toscana per tirare fuori lo scenario più epico di sempre: si, Assassin’s Creed II ha dimostrato che la serie funziona bene solo in Italia, e infatti.


Il flop fa effetto sia per i grossi nomi che c’hanno (ri)messo la faccia, da Fassbender a Marion Cotillard, da Jeremy Irons a Brendan Gleeson fino a Charlotte Rampling (!), sia perché nella storia del cinema recente nessuno aveva mai provato così seriamente a tirar fuori qualcosa di buono dall’ambito videoludico (pattume come Super Mario Bros., Doom, Tekken e Max Payne sono comunque di un altro brutto pianeta, intendiamoci) ma questa ennesima pisciata fuori dal vaso dall’oceano suona sempre più come l’ennesima riconferma che Hollywood non riesca ad interfacciarvisi in nessun modo, quando invece pare trovarsi così a suo agio con i comics.



Il migliore film mai tratto da un videogame un paio di palle quindi, forse come sforzo produttivo (che costerà a Fassbender qualcosa come 100 milioni di dollari di perdita) ma quanto a risultati siamo decisamente al di sotto di prodotti come Silent Hill e Prince of Persia, e si, è tutto dire, e a questo punto sulle sceneggiature già pronte dei prossimi Uncharted, Gears of War e Mass Effect non metterei proprio la mano sul fuoco.
Purtroppo ASSASSIN’S CREED non si salva dal duro impatto con la realtà, e tentando di atterrare almeno su un sicuro covone di fieno il film si getta nel vuoto con la grazia di un epilettico grave per sfracellarsi al suolo come il più strafatto dei trapezisti: più che un salto della fede un salto della quaglia, poteva essere amore, è stato un calesse dritto in faccia. Ah ma con la piroetta stilosa, eh?

"Tagliati le vene. Lo dico per te."


IN BREVE: Versione live-action del popolare videogame, personaggi bidimensionali, lentissimo e confusionario, noioso oltre il buonsenso e per nulla emozionante.
E’ già un floppone bello pesante e, salvo un paio di stunt e qualche bella inquadratura aerea, se lo merita tutto. Meglio tornare a giocare e saltare questa roba. Con fede.
VOTO, SE PROPRIO DOBBIAMO FARE NUMERO: 4 ½

5 commenti:

  1. Io, che non sono un videogiocatore di Assassin's, ho invece apprezzato.
    Ok, non è il film del secolo (e manco del giorno), ma tra i suoi tanti difetti mi ha divertito abbastanza... Non ci trovo molte differenze con blockbusteroni di questo genere...^^

    Moz-

    RispondiElimina
  2. Grazie per il commento e grazie soprattutto per aver espresso il tuo punto di vista in maniera civile (girando in Internet si leggono le peggio cose), punto di vista che rispetto anche se non condivido.
    Su una cosa siamo d'accordo però, nemmeno io ci ho trovato molte differenze coi blockbusteroni di questo genere, dato che di roba pessima ne gira tanta ma tanta.
    Felice che ti abbia divertito, almeno tu non sentirai la mancanza degli 8 e passa euro del biglietto, cosa che io ho avvertito più volte in sala, tra una pennica e l'altra.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Scusa il ritardo della risposta, purtroppo sono stati giorni non belli che mi hanno tenuto lontano dal blogging.
      Dunque, per fortuna io il biglietto lo pago un po' meno... XD
      Battute a parte, non sono il tipo che guarda questo genere di film, anzi fino a qualche tempo fa avrei snobbato a priori... Però boh, questo mi attirava, e devo dire che ho passato un paio d'ore senza pretese... tutto qui^^

      Moz-

      Elimina
  3. Questo è uno dei rari casi in cui non concordiamo :)
    sarà che io di AC ho giocato solo il primo, sarà che non avevo aspettative di gran livello, sarà che dopo aver assistito ad agglomerati di puttanate fotoniche conditi con la pretesa di essere seri (Prometeus, Star Trek - Into Darkness, serve davvero aggiungere altro?) tutto sommato questo Animus si poteva pure digerire (ok, la mela è indigesta pure per me, ma vabbè) e il resto l'ho trovato persino godibile... non capisco poi la narcolessia che ha colpito molti, e sì, ne sono consapevole, in sala c'era uno che russava persino, però non l'ho percepita... sarà per l'appunto che conoscendo solo l'assassino Altair in cui ho trovato ottime similitudini, ho seguito con interesse la faccenda... non so, a me è piaciuto. ovviamente non lo metto tra i Cult Movie, intendiamoci, ma io un 6 1/2 glie lo avrei dato :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Porca miseria Feng, mi accorgo solo ora del tuo commento!
      Mah guarda, la mia conoscenza del mondo di AC non è vastissima, ho giocato sicuramente più titoli di te (in tutto 5, finiti 3) e bene o male la manfrina è sempre la stessa, e più che per la storia riproposta di fotocopia in fotocopia mi rendo conto di aver apprezzato praticamente solo quelli ambientati in Italia e quello d'ambientazione piratesca, quindi direi che il grosso per me l'ha sempre fatto il contesto, poi le fregnacce di Mela, Animus, Abstergo ecc. frega meno di zero.
      Ma un film non è un videogame (anche se gente come Paul W.S. Anderson non la pensano come me), e per quanto mi riguarda montaggio e regia qui hanno svaccato qualcosa che era addirittura già preconfezionato per il successo: AC il film è la dimostrazione pratica di quanto un regista e un montatore cani ti possano ammazzare un film già fatto.
      A 'sto punto (e ora la dico) era meglio prendere direttamente Zack Snyder, che almeno col copia/incolla c'ha un feeleng che lèvati =D

      Elimina