venerdì 25 novembre 2016

ANIMALI FANTASTICI E DOVE TROVARLI - LA RECENSIONE SENZA SPOILER



Questo 2016 è stato un anno importante per la magia cinematografica, intesa in senso stretto.
Dopo il riuscito Doctor Strange dei Marvel Studios, infatti, si torna a bomba nell'altro mondo magico ideato da J.K.Rowling con quello che può essere considerato uno spin-off della pluripremiata saga di Harry Potter: parliamo ovviamente di ANIMALI FANTASTICI E DOVE TROVARLI, il nuovo film ambientato in quello che possiamo definire il nuovo “universo magico espanso” Rowlingiano, e per scoprire quanto questi orizzonti siano stati estesi non resta che…entrare in una valigia di pelle marrone […]




Newt Scamander si presenta al pubblico babbano con l’aria schiva e solitaria di uno che ha attraversato l’oceano e che, come raccontava Tornatore nel meraviglioso La Leggenda del Pianista sull’Oceano, è il primo ad alzare gli occhi e a vederla: l’America.
Nonostante gli abiti leggermente appariscenti, il nostro sembra un giovane inglese come tanti, ma non lo è: Newt Scamander è un mago, un magizoologo per l’esattezza, impegnato a viaggiare per il mondo con uno scopo ben preciso, scopo che in questa occasione l’ha portato in una New York in pieno proibizionismo, accompagnato solo da una valigia molto, molto speciale, ed è proprio uno scambio di valigia da commedia degli equivoci con un No-Mag (sinonimo di “babbano” negli USA, un uomo senza poteri magici) a dare inizio ad una nuova, fenomenale avventura.
Se è vero che l’universo di Newt è lo stesso nel quale si svolgevano tutte le vicende dei film precedenti, tempo e luogo non potrebbero essere più diversi: siamo negli anni 20 del secolo scorso, infatti, e per la prima volta all’interno della saga cinematografica non siamo più ad Hogwarts, non siamo più nemmeno in Gran Bretagna a dire il vero, ma esattamente dall’altra parte del mondo, non più in una scuola ma in una città immensa e vibrante, con altri costumi e altre regole, un mondo vecchio e tutto nuovo sia per Newt sia per noi spettatori.



Ed è un mondo nuo
vo in tutti i sensi, dato che per la prima volta non si tratta della riduzione di un romanzo dell’autrice, ma di una sceneggiatura originale della stessa J.K.Rowling che, a differenza di quella mezza porcheria dell’ottavo libro (che non è suo, ricordiamolo, ma sviluppato per il teatro da due tizi che la saga non l’hanno probabilmente mai letta, e si vede), sembra finalmente tornata in forma smagliante.
La vecchia Zia Jo firma un nuovo capitolo che è al contempo un nuovo inizio e un diverso punto di vista dal quale ammirare e rivivere il suo solido universo fantasy, un mondo con una mitologia ben definita e riconoscibile da milioni di appassionati in tutto il mondo.
La prima cosa che colpisce di ANIMALI FANTASTICI E DOVE TROVARLI è sicuramente la splendida ricostruzione della New York anni 20, una location ricchissima di dettagli che si estende a perdita d’occhio e che contribuisce a contestualizzare in maniera perfetta lo splendore dell’epoca.
Vi lascerà a bocca aperta, garantito.



In questo contesto si muovono i vari e
d eccentrici protagonisti che Newt (il bravo Eddie Redmayne, fresco di Oscar) trascinerà, volenti o nolenti, nella sua personalissima avventura: il No-Mag Jacob, ottima spalla comica della pellicola che scoprirà il mondo della magia, perfetto punto di riferimento dello spettatore come lo era Harry al tempo; Tina Goldstein e la sorella Queenie, rispettivamente ex-Auror e legilimens, personaggi strambi e valide compagne di viaggio; Percival Graves (Colin Farrell, perfetto con la sua faccia da stronzo) Auror integerrimo del Magico Congresso degli Stati Uniti d’America, e la sua presidentessa Seraphina Picquery; e poi ancora l’inquietantissima famiglia Barebone, gli Shaw, Credence, Grindelwald…
Eh si, Grindelwald, e non solo lui, l’intero film è giustamente disseminato di riferimenti alla saga, riferimenti piazzati nei posti giusti che contribuiscono ad arricchire la pellicola e rifinire il quadro generale di questo nuovo universo magico espanso, che possono essere colti (potterhead) o meno (tutti gli altri) senza che la fruizione della pellicola possa minimamente risentirne.



Inutile dire che gli effetti speciali fanno sicuramente la voce grossa in una pellicola piena di gente che si smaterializza, di incantesimi lanciati a uffo e creature magiche tra le più varie e disparate ma, come in ogni buon fantasy che si rispetti (leggi=fatto come si deve), non risultano mai fuori posto e si fanno quindi valore aggiunto e non mero tappabuchi per una sceneggiatura inconsistente che non sa dove andare a parare tipica dei fantasy da discount tipici dell’ultimo decennio (Alice in Wonderland e Maleficent in prima fila).
C’è posto per l’oscurità e per una neanche tanto velata contaminazione dall’horror, come d'altronde gli ultimi Harry Potter cinematografici (e in ogni caso l’intera saga letteraria) ci aveva abituato, e un paio di plot twist sono davvero ben architettati e gestiti con buonsenso, regalando al film un’aura di misticismo non indifferente, e per una volta anche da David Yates, bistrattato (a ragione) regista degli ultimi 4 film del maghetto, ritrova qui una regia dal respiro molto più ampio ed evidentemente di gran lunga più nelle sue corde: per la prima volta sembra davvero all’altezza della situazione, diverse scelte registiche appaiono decisamente azzeccate per inquadrature e tempi scanditi nel modo giusto, rispetto al livello televisivo dei precedenti film un risultatone. Bravo Yates.



L’unica pecca forse la troviamo nel comparto musicale che da sempre caratterizza perfettamente la saga, non sbaglia neanche stavolta, va detto, per quanto pare vivacchiare un po’ troppo di rendita.
Lo scetticismo col quale (io per primo, eh?) è stato accolto questo film, tacciato spesso di mero espediente da parte di Warner per mungere la vacca magica finché ce n’è, si scioglie senza riserve alla visione di quello che possiamo tranquillamente etichettare come uno dei migliori film realizzati sul mondo magico della Rowling sotto praticamente ogni aspetto: un mondo che prende vita, coinvolge e diverte lo spettatore con i suoi personaggi azzeccati e la sua storia avvincente riportandolo, con gli occhi pieni di meraviglia, in quel magnifico e magico universo che abbiamo imparato ad amare.
E’ presto per dirlo, altri 4 film sono previsti (con una cadenza di uno ogni due anni), ma se le premesse sono queste, e sapendo che la Rowling è maestra nella pianificazione a lungo termine, ne vedremo ancora delle belle.



IN BREVE: Un ritorno in grande spolvero nell’universo magico di J.K.Rowling, nuovi protagonisti azzeccati, una storia completamente originale e coinvolgente, effetti speciali favolosi, scenografie splendide, regia ispirata. Sense of  wonder a manetta. Voglio uno Snaso ammaestrato. Buona la prima!
VOTO, SE PROPRIO DOBBIAMO FARE NUMERO: 8 ½

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