lunedì 23 maggio 2016

THE BOY - LA RECENSIONE SENZA SPOILER


Partiamo con un presupposto da giovane vecchio disilluso? Bene, l’horror è morto da 20 anni. Punto.
Del genere simbolo (assieme alla commedia e alla fantascienza) degli anni 80, e che proprio in quel periodo ha vissuto il periodo di massima esplosione qualitativa, arrancando vistosamente già nel decennio successivo, non è rimasto davvero niente.
O almeno ben poco che richieda lo sforzo di essere salvato.


THE BOY, per chi ha avuto la sfiga di vederselo al cinema (eccolo!), non fa purtroppo parte di questa cerchia ristretta di pellicole elette.
A una giovane americana viene affidato il compito di fare da tata al figlio di una coppia inglese, una coppia di vecchi chiaramente rincoglioniti dato che il bambino non è un bambino ma una brutta bambola di porcellana fatta malissimo.
L’unica cosa da fare è seguire 10 semplici regole e non sgarrare, perché anche le bambole, nel loro piccolo, s’incazzano. Seguiranno ovviamente problemi.


Lanciato dal solito trailer furbo e carogna, il film di William Brent Bell si presenta come un horror soprannaturale con elementi esoterici, e se fosse diretto con un cacchio di buonsenso e non seguisse un copione stupido alle fondamenta avrebbe anche potuto giocarsela e restare nella media, ma a conti fatti di questo ennesimo capolavoro dell’horROTFL si fatica a salvare qualcosa.
L’ambientazione, la classica magione antica tagliata fuori dal mondo in mezzo alla campagna, dovrebbe evocare inquietudine, non fosse che se per gli esterni è stato utilizzato il bellissimo castello di Craigdarroch, gli interni sono qualcosa di palesemente finto e posticcio, una roba di livello televisivo talmente anni 90 che ti ammazza tutta l’atmosfera, il che in un horror è già grave di per sé.
La colonna sonora e gli effetti sonori non aiutano certo la pellicola ad uscire dal piattume generale in cui s’impantana poco dopo l’inizio, né lo fa un cast al minimo sindacale dove gli unici volti noti sono Lauren Cohan (The Walking Dead) e Rupert Evans (per chi se lo ricorda in Hellboy e Agora) e una serie di macchiette velocemente dimenticabili.


La regia di William Brent Bell (Stay Alive, i precedenti in effetti non erano buoni) è di un piattume televisivo che lévati, il regista non solo è chiaramente incapace di gestire i tempi della suspance, ma sembra fare i salti mortali per dimostrare al mondo di essere il mago dei tempi morti; incredibilmente, però, c'è di peggio, perchè il vero fondo del barile lo raschia la sceneggiatura: una storia noiosamente vuota e dai plot twist totalmente telefonati (merito della scoglionatissima sceneggiatrice Stacey Menear) che sotterra totalmente il film in un tionfo di vabbè e sbadigli.
I precedenti illustri in fatto di bambole indemoniate nel cinema horror non mancano di certo, basta pensare a Dolls, al primo Bambola Assassina, a Puppet Master o a Magic, ma THE BOY non si sbatte minimamente nel cercare di raccontare qualcosa di nuovo in termini di linguaggio, cosa che idealmente sarebbe anche lecito aspettarsi da un film che si affaccia in un territorio quasi completamente esplorato.
Ma no, THE BOY non ci prova e la butta sul semplice, confeziona una storiella prevedibile realizzata alla cazzomannaggia, c’infila un personaggio televisivo conosciuto e qualche scopiazzatura qua e là, sbatte le uniche sequenze degne di questo nome in un trailer ad hoc e buona lì, è stato bello, fanno 8 euro più prevendita, grazie.
E un’ora e mezza di vita buttate nel cesso.
Bell’affare.



IN BREVE: La sagra della noia e del già visto, recitato male, diretto peggio e scritto dimmerda.
Al confronto Dead Silence era Kubrick.
VOTO, SE PROPRIO DOBBIAMO FARE NUMERO: 4 ½

Appunto personale: vedere gli horror al cinema è ormai impossibile. La fauna di “spettatori” del genere è ormai composta da animali non pensanti e fighette intollerabili, che pur di non ammettere che si cagano addosso passano TUTTO il film a far casino, parlare con tutti quelli attorno, ridere quando non c’è da ridere e in generale rompere i coglioni a chi il film, avendo pagato, vorrebbe anche guardarselo come si deve.
Ho assistito a proiezioni piene di bambini più silenziose. Giuro.

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