martedì 20 settembre 2016

INDEPENDENCE DAY RIGENERAZIONE - LA RECENSIONE SENZA SPOILER



Come dicevamo riguardo a quel conglomerato di zucchero e cazzate all’acqua di rose di TartarugheNinja 2 – Fuori dall’Ombra, quando hai la possibilità di vederti un film gratis o a prezzi “molto popolari” ti senti in qualche modo legittimato a mettere a frutto questa occasione gustandoti un film interessante, intelligente, che magari resterà negli annali come il capolavoro di questo decennio, oppure…
Beh, film del genere l’altra sera non ce n’erano, quindi si è deciso di svaccare con stile e di spararsi nelle retine INDEPENDENCE DAY : RIGENERAZIONE, e…l’ho già detto che si è deciso di svaccare, no?

Ricordo ancora, vent’anni fa, il me dodicenne che usciva esaltato dalla sala cinematografica, (parentesi amarcord: il MERAVIGLIOSO Cinema Italia di Cremona, una sala bellissima su due piani che quando venne chiusa mi mandò in depressione, e quando la riaprirono come sala bingo fomentò il mio odio verso il bingo e tutti quei vecchi bastardi che ci andavano a giocare, fine parentesi) dopo aver visto quella che unanimemente era riconosciuta dalla critica come la spazzatura suprema della fantascienza anni ’90 per quanto stupida, reazionaria, un film che sembrava forgiare nuovi significati per il termine “americanata”, anche se allora a nessuno sembrava fregare granché della critica, di sicuro non a me che avevo 12 anni, figurarsi a Roland Emmerich che reduce dal buon successo di Stargate stavolta l’aveva piazzata nel 7 come si deve, raggranellando milioni in tutto il mondo.
E mentre i critici si masturbavano con quella porcheria del
Mars Attacks di Tim “tutte le stronzate che faccio devono essere per forza oro #credici” Burton, Emmerich entrava nel club di quelli che contavano grazie a una cagatona divertente.


Perché Independence Day era quello, una cagatona divertente militarizzata e spettacolare indirizzata ad un pubblico di supergiovani, e questo secondo capitolo di certo non esce dal tiro per com’è scemo fino all’osso e fiero di essere l’ultimo esponente di una corrente di reboot mascherati da sequel nati sull’onda della nostalgia che ultimamente fa più danni che altro, ma non divaghiamo.
Vaccata adolescenziale con contorno di vabbeh, lo sappiamo, ma che lo si fosse apprezzato o meno per l’epoca in cui uscì il primo capitolo fece il suo sporco lavoro, ossia esaltare i più giovani, divertire con una comicità semplice-semplice, gasare il giusto col suo essere tamarro e la sua carica guerrafondaia da discount, il tutto corredato da effetti speciali qualitativamente medio-alti e giocandosi tutto sul sense of
wonder bigger, tutto gigante, tutto enorme, tutto “madonnanonneveolafine!” perché come si sa le dimensioni contano. Ma questo “sequel” che gioca a non uscire dal seminato di un film con vent’anni sulle spalle come ne esce? Se la gioca almeno?

Fermatemi se la sapete già: ci sono Data, il Dr.Malcom e lo sceriffo stronzo di Invasion...

Parte bene ID RESURGENCE (d’ora in avanti lo chiameremo col suo titolo originale perche
Rigenerazione fa schifo ai cessi), lo scenario ucronico di noi poveri mammiferi che ci siamo evoluti tecnologicamente saccheggiando la tecnologia aliena del ’96 per costruire navicelle, jet all’avanguardia e reti interplanetarie di difesa è intrigante e ben realizzato, ancora più utopistico ma valido il concetto di un pianeta unito e totalmente libero da guerre e conflitti perché impegnato a crescere tecnologicamente e umanamente contro il nemico comune, và che Emmerich mi fa diventare ID il nuovo Star Trek, ti dici.
Ma è solo un’illusione, perché tutti questi buoni spunti (anche visivamente spettacolari) sono buttati lì un tanto al grammo e non sviluppati, perché purtroppo ID RESURGENCE si mette vergognosamente in scia col suo predecessore tentando di sfruttarne, oltre all’effetto nostalgia, anche i punti cardine, reiterando facce e situazioni al limite del copia-incolla non considerando una differita di vent’anni, l’esistenza stessa dei tempi comici e l’effetto “già visto”, fallendo miseramente nell’impresa.

La regina aliena in pieno ciclo

Se negli anni gli effetti speciali digitali hanno fatto passi da gigante (e si vede), l’unica cosa rimasta al palo sembra essere proprio Emmerich e il suo modo di fare cinema: voglio dire, chi credi di stupire oggi, nel 2016, con astronavi grandi quanto mezzo pianeta? Chi vuoi far ridere con battute a livello terza elementare, addirittura notevolmente sotto alla comicità già da caserma dell’originale? Chi vuoi emozionare con quella manica di attorucoli pessimi che fai agitare come tarantolati davanti alla macchina da presa?
Ok le vecchie glorie, vedere Goldblum è sempre un piacere, ma santo dio mettigli davanti un copione decente o rischi che quello ti faccia tre quarti di film a spalancare gli occhi e a fare le faccette.

Più angoscia! Più trauma! Più facce da pirla!

E che bisogno c’era di riesumare (letteralmente) lo scienziato hippie di Brent Spiner per fargli fare da spalla comica, o il padre di Goldblum per fargli ri-fare la spalla comica, cazzo un film pieno di spalle comiche che non fa ridere è di una tristezza indecente!
Non parliamo dei giovani rincalzi, per carità, che se Hollywood è in mano a questi finisce davvero che mi butto definitivamente sul cinema giapponese e buonanotte a tutti.
Non posso neanche prendermela con la storia, non posso, perché non c’è una storia, solo una serie di pretesti fastidiosi e personaggi stupidi che si prendono spaventosamente sul serio e fanno più ridere di quelli che dovrebbero farti ridere per contratto.


La consapevolezza che fosse una tafanata da “biglietto ridotto e ci sto rimettendo” c’era fin dall’inizio e non mi ha fermato, probabilmente a causa dell’effetto nostalgico, ma mi aspettavo un film leggero, scemotto, pure ignorante magari ma perlomeno simpatico, qui però siamo ben oltre lo sfruttamento consapevole del marchio (
Jurassic World) o allo svolgimento della trama che volutamente riecheggia di deja vu (Star Wars VII): questo è vilipendio ai nostri ricordi.
Dovevi aspettartelo, mi hanno detto, ed io me lo aspettavo di livello almeno pari all’
ID originale, ho voluto buttarmi anche per testare la situazione di un futuro in arrivo a cui tengo molto di più: si, perché quest’uomo ha in mano il franchise di Stargate, un universo che vuole reboottare da zero con una trilogia e, signori, se queste sono le premesse pregate che quest’uomo vengano gli alieni a rapirlo sul serio, e in fretta.

So'ffigo, so'bbello, so'ddé Thor er fratello

Sapevo di essere fuori target, l’unico errore è stato non chiedermi quanto: INDEPENDENCE DAY RESURGENCE è (salvo un paio di spunti validi e qualche guizzo) un film sgangherato, una copia carbone fatta male di un titolo di culto che gioca con le stesse regole e premesse ma abbassando il tiro in maniera imbarazzante, un’insulsa operazione recupero senz’anima che sparirà dalla nostra memoria nel giro di un niente.
Circolare, non c’è davvero nulla da vedere.
IN BREVE: Upgrade prolisso e senza mordente del film di vent’anni fa, non diverte, non intriga, non.
Effetti speciali bellissimi, ma al giorno d’oggi è prassi. Storia inesistente, attori scoglionati, giovani promesse di stocazzo. Meglio vivere di ricordi.
VOTO, SE PROPRIO DOBBIAMO FARE NUMERO: 4 ½



Vediamo se avete le palle di ricostruirmi ANCORA

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